“La pratica dello yoga ci richiede solo di agire e di essere consapevoli nelle nostre azioni”. (TKV Desikachar)
La nostra Associazione, attraverso la nostra insegnante Elisa Grella, è stata ideatrice e promotrice del progetto Yoga in Carcere a Napoli, nell’istituto detentivo di Poggioreale, e attualmente coordina il progetto cui hanno aderito insegnanti di diverse associazioni locali.
Grazie a questo progetto di totale Karma Yoga (servizio in volontariato), lo yoga è praticato dai detenuti di due diversi padiglioni una volta alla settimana da oltre tre anni.
Grazie alle donazioni dei nostri associati, abbiamo potuto acquistare tappetini per la pratica e abbiamo istituito una piccola libreria yogica per il gruppo dei detenuti aderenti al progetto. Abbiamo attivato alcuni speciali laboratori, tra cui la costruzione in gruppo di un grande mandala dipinto dagli stessi detenuti all’interno di uno dei reparti.
Nel 2019, oltre 140 donatori da tutta Italia sono intervenuti a una raccolta fondi, da noi istituita, e destinata ad allestire la prima sala yoga in un istituto detentivo. Grazie alla generosità di tanti benefattori e alla lungimiranza dell’amministrazione carceraria, Suryael, per conto dei benefattori, acquisterà pavimentazione nuova in legno, stufe, tappetini, rendendo la sala di pratica un luogo più confortevole e adatto alla pratica di asana e meditazione.
Consapevoli di quanto tutto ciò significhi, teniamo corsi di approfondimento per insegnanti desiderosi di acquisire esperienza e di condividere la nostra metodologia per l’insegnamento dello yoga in carcere.
Perché Yoga in carcere. Yoga vuol dire in sanscrito Unione. L’unione si intende come integrazione di se stessi, integrazione di mente corpo respiro e cuore attraverso la ricerca della personale armonia interna ed esterna.
Promuovendo il rispetto del corpo e della dignità propria e altrui, il praticante può rinnovare la consapevolezza dei valori utili al proprio benessere interiore e funzionali al progetto ultimo della detenzione, ossia favorire un reinserimento sociale dignitoso e di successo duraturo.
Crediamo nelle potenzialità della pratica dello yoga in tutte le condizioni.
Amiamo la pratica e la rispettiamo, dunque vogliamo portarla anche dove più difficilmente arriverebbe, farla conoscere e metterla a disposizione di persone che vivono, hanno vissuto, hanno provocato sofferenza; perché una civiltà che dimentica i detenuti non può dirsi una società civile.
Spesso lottiamo intimamente cercando di allontanare, alienare, ciò che è scomodo e dannoso, inaccettabile anche a noi stessi. Al contrario, praticare l’inclusione dell’inaccettabile, insegnare in un luogo dove la maggior parte delle persone eviterebbe di andare, ci fa sentire parte attiva di un progetto di cambiamento, di speranza collettiva, motori di una ripresa umana per l’umanità stessa.
La nostra associazione vuole fare la propria parte per la diffusione dello yoga come strumento attuativo di integrazione, personale e sociale. L’insegnamento del Vinyasa Funzionale in carcere, così come negli altri bisogni specifici, assume particolare efficacia in termini di recupero della presenza fisica, mentale ed emotiva.
Le ripercussioni della pratica dello yoga con declinazione funzionale, all’interno di un contesto carcerario e su persone che devono vivere una situazione di costrizione forzata, possono essere: una diminuzione del livello di aggressività che ciascun detenuto riversa sui compagni, e su se stesso. Inoltre, lo stimolo a una riflessione collettiva sul tema porta sempre a una maggiore serenità d’animo, che spinge alla solidarietà e al superamento delle dinamiche di isolamento e ulteriore emarginazione di alcuni detenuti.
Link al progetto: per regalare un libro agli allievi detenuti: HTTP://AMZN.EU/1CWCXZY http://www.unanapolialgiorno.it/yoga-in-carcere-poggioreale/